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COSA OCCORRE
SAPERE PER
ISCRIVERE
I FIGLI AD
UN CORSO
DI MUSICA?

Cosa è più indicato per bambini fino ai 6 anni?

Prima di questa età è preferibile, rispetto ad un corso individuale, frequentare un corso collettivo di avvicinamento al linguaggio musicale, che nel settore si chiama “propedeutica”.

Si tratta di giochi ritmici, canto, movimento, ascolti, che fatti in gruppo sono molto coinvolgenti, aiutano a scoprire il proprio corpo, i propri sensi e la propria attenzione in relazione con la musica.

 

Ma così non si “perde tempo” nel lungo cammino verso il virtuosismo strumentale? Mozart a sei anni già suonava benissimo…

Attenzione a non proiettare sui figli la propria immagine di come dovranno essere o di come avremmo voluto essere noi... I bambini prodigio si rivelano facilmente perché hanno doti innate. Nella normalità la musica è un linguaggio che si apprende e si segue, crescendo con essa, ciascuno secondo le proprie attitudini. E la cosa più importante è che scatti il piacere di fare musica, e di farlo assieme ad altri. In questo modo seguire un corso sarà comunque utile per la crescita, indipendentemente dai risultati raggiunti.

 

Mio figlio ha già sei anni o più e vorremmo cominciare un corso individuale. Come faccio a capire quale strumento sarebbe meglio per lui? Li provo tutti così non gli precludo nessuna scelta?

La cosa migliore è sempre partire dai suoi desideri; magari è colpito da uno strumento visto o sentito, e questo è sempre un buon punto di partenza, anche se non coincide con la vostra idea.

Se invece non ci sono preferenze provatene al massimo due o tre. Ogni strumento, anche il più “strano”, diventerà il preferito se c’è un docente in grado di trasmettere la sua passione.

Comunque l’età è un fattore importante. A sei anni sono già accessibili pianoforte, violino, violoncello, flauto dolce, percussioni, mentre per la chitarra, l’arpa e per gli strumenti a fiato è preferibile aspettare gli otto anni. Il canto individuale può cominciare dalla prima media, mentre da subito è sempre utile cantare in coro.

E ricordate: non esistono solo pianoforte e chitarra! Tutti gli strumenti sono affascinanti se suonati con passione (e molti danno anche migliori sbocchi professionali).

 

 

Come faccio a scegliere fra i numerosissimi luoghi che offrono corsi di musica? Come posso distinguere quelli di qualità?

Quando si tratta di educazione non vale la regola “uno vale l’altro”, oppure “questa costa meno”, e neanche “vado in quella più vicina”; sarebbe come dare ai vostri figli la prima merenda che capita.

Prima di scegliere un luogo, verificate alcuni aspetti fondamentali: 

    1-Qualità dei docenti

  • Come vengono selezionati i docenti? (molte scuole di musica non fanno alcuna selezione)

  • Hanno contratti regolari e retribuzioni adeguate? (questo incide sulla stabilità del corso)

  • Hanno i titoli di studio o di curricolo adeguati all’incarico? (a volte capita che uno stesso docente insegni più strumenti essendo titolato per uno solo)

  • Sono aggiornati e valutati?

 

    2-Metodologie didattiche

  • È previsto nei corsi individuali l’apprendimento del codice musicale, ovvero imparare a leggere la musica? (la sola imitazione o il suono “a orecchio” è una metodologia che, pur avendo aspetti positivi, preclude sviluppi futuri)

  • Sono previsti programmi e certificazioni del livello raggiunto? (questi aspetti non sono sinonimo di corsi “noiosi” o “classici”, sono il presupposto perché il corso, anche per i linguaggi moderni, abbia uno sviluppo reale e i denari che spendete non siano buttati via. Certo, nelle strutture a scopo commerciale il docente privilegia l’obiettivo di non perdere l’alunno, a costo di non fargli fare nessuno sforzo di apprendimento).

 

   3-Qualità della struttura

  • Quali riconoscimenti e accreditamenti pubblici ha la scuola? Oltre ad essere maggiore garanzia di qualità didattica, se la scuola è riconosciuta le rette si possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi. Attenzione alle promesse di titoli “riconosciuti in Europa”, spesso sono accordi commerciali con enti stranieri che non hanno nessun valore in Italia.

  • Ha spazi ed attrezzature adeguate?

  • Rispetta le regole fiscali? (pagamenti tracciabili, ricevute di versamento, ecc.).

 

Mio figlio ha cominciato un corso. Come posso aiutarlo?

Spesso capita che dopo l’entusiasmo iniziale vengano momenti di stanchezza, com’è normale in qualsiasi percorso di crescita e di apprendimento. È qui che entra in gioco il ruolo e la consistenza di noi genitori: sarà stato utile cominciare il corso, indipendentemente dall’esito finale, se avremo aiutato i nostri figli a seguire con regolarità, senza cedere, noi per primi, di fronte ai segni di fatica. Certo, con tutti i pensieri e le ansie che affrontiamo ogni giorno, perché farci carico anche di questo? Perché di questo hanno bisogno i nostri figli, di guardare chi li aiuta a superare le difficoltà, non ad evitarle. Arrivare al saggio finale in questo modo sarà per loro un traguardo raggiunto, indipendentemente dal fatto se desidereranno poi proseguire o meno.

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